Tra i due mari, le varietà di Catanzaro

Mezzi: Auto/Moto - Province: Catanzaro

La Carolea

Le prime coltivazioni di ulivo in territorio calabrese sono antichissime, risalgono infatti al periodo della Magna Grecia [VIII-VII secolo a.C.]. Furono poi Romani a perfezionare le tecniche olearie, permettendo all’olivicoltura di diffondersi rapidamente. Proprio la grande esperienza accumulata nel corso dei secoli ha permesso alla Calabria di diventare tra le regioni più importanti per la produzione di olio.

Sono circa 33 le tipologie di ulivo presenti con proprietà organolettiche che variano non solo in base alle condizioni climatiche e al tipo di terreni, ma anche a seconda del periodo di raccolta delle olive. L’olio può essere quindi a volte forte a volte delicato, più o meno fruttato, speziato ed assumere note dolci o amare. La Carolea è la tipologia più diffusa, presente in tutte e cinque le province calabresi.

La coltivazione Carolea è molto praticata nella provincia di Catanzaro, per oltre il 50% della superficie olivetata. È conosciuta anche con i nomi di Nicastrese, Catanzarese e Caroleo. L’albero ha una vigoria medio-elevata con portamento assurgente (significa che i rami hanno angolo di inserzione relativamente stretto e la chioma si sviluppa maggiormente in altezza piuttosto che in larghezza). La sua produttività è elevata e la resa in olio è solitamente di notevole qualità, si assesta tra il 20 e il 25%.

La produzione è abbondante e queste olive sono destinate prevalentemente all’oleificazione nonostante le buone caratteristiche come oliva da mensa. L’epoca ottimale di raccolta varia da metà ottobre a tutto novembre per le olive destinate alla trasformazione, mentre deve essere anticipata per le olive da tavola.

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