La storia a fianco degli ulivi: Locri Epizefiri e il Casino Macrì

Mezzi: Auto/Moto - Province: Reggio Calabria

Circondato da distese di ulivi e agrumeti si trova il Parco Archeologico di Locri – Epizefiri. Vi consigliamo di arrivare con l’auto (Statale 106 Jonica) e parcheggiare di fronte all’ingresso: a piedi potrete visitare il Museo, il Parco, arrivare al quartiere abitativo Centocamere e al casino Macrì. Tornati al parcheggio, a due minuti d’auto potete visitare il Teatro Greco-Romano. Locri Epizefiri è una delle colonie più importanti della Magna Grecia. Attivo centro commerciale nel Mediterraneo, la città è ricordata dagli autori antichi per la bellezza del paesaggio e per la sua fiorente cultura, attestata anche dalle testimonianze archeologiche. Il sito archeologico ricostruisce la storia della colonia nei secoli VI-III a.C. fino alle trasformazioni dell’età romana. La visita all’area archeologica si snoda tra le strutture a carattere pubblico e privato, in particolare il quartiere abitativo-artigianale di località Centocamere, la cosiddetta Stoà (struttura porticata) in forma di U, il teatro del IV secolo a.C., oggetto di interventi anche in età romana. Le numerose aree sacre, dedicate a Demetra, a Zeus, quella di Marasà e la Casa dei Leoni con il sacello dedicato ad Afrodite, offrono un’immagine viva dei culti praticati dagli abitanti di Locri. 

Contenuto/i principali: storico, artistico 
Mezzi: in auto/in moto 
Durata Itinerario: 2 ore
Indicazioni: 
– Tipo di escursione: sola andata  
– Difficoltà: facile  
– Lunghezza: 6,9km  

Tappe itinerario
1. Partenza: Museo Archeologico Nazionale di Palazzo Nieddu del Rio.  
Bello e moderno il Museo Archeologico Nazionale, ricco di testimonianze commoventi (gli specchi, le offerte alle divinità, la lyra, le statuette che ricordano il passaggio all’età adulta delle fanciulle, le decorazioni che ancora portano tracce di colore) da visitare assolutamente con i giusti tempi.

2. Tappa 1: Casino Macrì
Dopo aver visitato l’area di Centocamere, arrivate fino al casino Macrì, struttura costruita tra il XVIII e il XIX secolo, dai principi Carafa di Roccella sulle murature di un edificio termale, datato tra il I e il II secolo d.C.: una masseria a due piani affiancata da due piccole case di tipo colonico, oggi trasformata in centro espositivo polifunzionale. Qui potrete trovare esposti importanti testimonianze della Locri romana, su tutte da ricordare la statua del “Togato” dall’area del foro, e la Vasca in breccia di Aleppo, uno tra i pochi esempi di grandi manufatti realizzati con questo marmo raro proveniente dall’isola di Chio. 

3. Arrivo: Teatro Greco-Romano.
Infine, il teatro Greco-Romano, realizzato nel I secolo a.C. sull’impianto originale greco del IV secolo a.C.; è la più importante testimonianza della romanizzazione della città, che venne trasformata in municipium, perdendo gradualmente di importanza. La cavea è appoggiata al pendio naturale sul fianco della collina Cusemi. La forma è all’incirca quella di un semicerchio. L’edificio poteva contenere fino a 4.500 spettatori. La cavea fu costruita a gradoni, tagliati in parte nella roccia ed in parte sistemati con lastre di arenaria. La gradinata era divisa in sette cunei o settori (kerkìdes), mediante sei scalette (klimakes). Una partizione orizzontale (diazoma) separava le gradinate più alte (epitheatron) oggi rovinate. Si pensa che il teatro servisse anche per riunioni politiche. I romani costruirono i corridoi laterali ed intervennero soprattutto in alcune zone della gradinata e dell’orchestra, riducendo lo spazio per gli spettatori e ingrandendo l’area destinata ad un nuovo genere di spettacolo, come i combattimenti tra i gladiatori, e tra gladiatori e animali. 

Consigli utili: parcheggiare l’auto all’ingresso del museo.  

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